ENFISEMA POLMONARE
CHE COS’È L’ENFISEMA POLMONARE?
L’enfisema polmonare è una grave patologia caratterizzata dalla distruzione dell’alveolo polmonare, l’unità funzionale più periferica del sistema respiratorio dove avviene lo scambio gassoso tra ossigeno e anidride carbonica.
Più alveoli compongono un acino e ciascun acino polmonare viene alimentato da un bronchiolo terminale. L’enfisema porta alla formazione di vere e proprie bolle nei polmoni, che possono avere un diametro variabile da pochi millimetri a diversi centimetri.
Esistono quattro diverse varianti di enfisema a seconda della porzione di polmone coinvolto dalla malattia:
- centro-acinare (interessa maggiormente le aree superiori dei polmoni)
- pan-acinare (interessa omogeneamente tutto il polmone),
- para-settale (interessa maggiormente la porzione periferica dei polmoni) e
- irregolare (forma mista). La malattia riduce progressivamente la superficie di scambio polmonare e compromette la capacità respiratoria del paziente.
QUALI SONO I SINTOMI?
L’enfisema polmonare è una malattia a lenta evoluzione. Si manifesta inizialmente con la comparsa di affanno durante gli sforzi fisici (dispnea da sforzo), ad esempio facendo le scale o portando dei pesi. Successivamente la dispnea compare anche a riposo fino a richiedere, nelle fasi avanzate, l’utilizzo costante di ossigeno.
Oltre alla dispnea ingravescente, il quadro clinico è caratterizzato da tosse produttiva di entità variabile, talvolta associata al colorito bluastro (cianosi) delle labbra e delle estremità delle mani, affaticamento e problemi cardiologici.
La malattia enfisematosa determina con il tempo uno stato di progressiva invalidità e riduce la sopravvivenza dei pazienti. Durante il decorso della malattia possono infatti presentarsi gravi complicanze che mettono in pericolo la vita del paziente. Si tratta principalmente di episodi di insufficienza respiratoria acuta, scatenati da infezioni polmonari o dal collasso del polmone a sua volta dovuto alla rottura di una bolla. È possibile inoltre che si verifichino episodi di scompenso cardiaco.
QUALI SONO LE CAUSE?
La causa principale di questa patologia è il fumo di sigaretta. Essa compare tipicamente in soggetti fumatori o ex-fumatori, più spesso di sesso maschile e di età superiore ai 60 anni.
Altre cause, meno frequenti, includono particolari condizioni genetiche, come la fibrosi cistica ed il deficit di alfa-1-anti-tripsina, e l’esposizione professionale ad agenti tossici.
COME SI FA LA DIAGNOSI?
La diagnosi di enfisema polmonare di avvale di esami radiologici come la radiografia e la TAC del torace ad alta risoluzione (o HRCT – high resolution computed tomography). Quest’ultima permette di individuare con accuratezza le aree polmonari più colpite dalla malattia e monitorarne l’evoluzione.
Inoltre i test per la valutazione della funzionalità respiratoria come la spirometria e il test di diffusione polmonare del monossido di carbonio (o test DLCO) sono indispensabili sia per la diagnosi di enfisema, sia per stabilirne la gravità, l’evoluzione e la prognosi.
Infine, l’analisi dei livelli di ossigeno e di anidride carbonica circolanti nel sangue, mediante emogasanalisi, permette di documentare il tipo e il grado di insufficienza respiratoria.
COME SI CURA?
Smettere di fumare rappresenta la principale misura di prevenzione della malattia enfisematosa polmonare.
Quando la malattia è conclamata, la terapia medica ha l’obiettivo di ridurre i sintomi, il numero e la gravità delle riacutizzazioni, preservando la funzionalità respiratoria e migliorando la qualità di vita del paziente.
Il trattamento medico include farmaci come i broncodilatatori, gli antibiotici, i cortisonici, i mucolitici e l’ossigenoterapia. Questi presidi possono essere efficaci singolarmente o in combinazione tra loro nelle varie fasi della malattia.
Un ruolo fondamentale assume inoltre la riabilitazione, sia respiratoria che motoria, il supporto nutrizionale e psicologico.
In casi selezionati la chirurgia rappresenta una valida opzione terapeutica. L’intervento chirurgico, eseguito in anestesia generale con approccio mini-invasivo in videotoracoscopia prevede la riduzione del volume polmonare mediante l’asportazione delle aree maggiormente colpite dalla malattia (cioè le aree bollose, non più funzionanti) al fine di migliorare l’espansione e la funzionalità delle aree polmonari residue.
L’operazione può essere eseguita ad uno o ad entrambi i polmoni e, a seconda dei casi, può prevedere sia resezioni polmonari anatomiche come la lobectomia e la segmentectomia sia resezioni non-anatomiche (resezione atipica o sub-lobare).
In associazione alla chirurgia, prima e dopo l’operazione, la riabilitazione respiratoria può contribuire al conseguimento del successo chirurgico riducendo il rischio di complicanze e accorciando la convalescenza.
Qualora le condizioni cliniche generali del paziente controindichino l’intervento chirurgico, si può ricorrere alla tecnica endoscopica.
Essa prevede il posizionamento in broncoscopia di valvole endobronchiali unidirezionali all’interno dei bronchi che alimentano le aree più colpite dalla malattia. Le valvole riducono il flusso di aria inspiratoria favorendo, al contrario, la fuoriuscita d’aria durante l’espirazione dalle aree enfisematose.
Il risultato è una progressiva diminuzione dei volumi polmonari e un aumento della capacità respiratoria del paziente.
Pagina a cura del Dott. Massimo CASTIGLIONI Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Toracica.
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