Tumore Polmonare Vergiate Varese

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IL TUMORE POLMONARE: NUMERI E FATTORI DI RISCHIO

Il tumore del polmone in Italia colpisce più di 40.000 persone ogni anno (l’equivalente degli abitanti di una città come Saronno!), delle quali oltre il 30% sono donne. Insorge tipicamente dopo i 50 anni di età. Nell’uomo di età compresa tra 50 e70 anni, rappresenta il secondo tumore più frequente dopo il carcinoma della prostata mentre nella donna di pari età è la terza neoplasia dopo il tumore al seno e il tumore del colon-retto. Negli ultimi anni si registra una marcata diminuzione d’incidenza negli uomini dovuta alla riduzione dell’abitudine al fumo nel sesso maschile. A questa tendenza fa purtroppo riscontro un aumento dei nuovi casi tra le donne.

Il tumore del polmone causa in Italia più di 30.000 decessi ogni anno. È la prima causa di morte oncologica negli uomini e la seconda nelle donne, dopo il carcinoma mammario. È una malattia i cui sintomi vengono spesso avvertiti tardivamente, quando il tumore è già avanzato cioè non più passibile di interventi curativi e la sopravvivenza complessiva a 5 anni dalla diagnosi è del 16% circa. Tuttavia se il tumore viene diagnosticato in stadio precoce la sopravvivenza complessiva a 5 anni dopo intervento chirurgico è molto buona; può infatti raggiungere l’80% e fino al 100% in particolari sottotipi istologici.

Il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio per l’insorgenza di questo tumore e si ritiene sia responsabile dell’85% dei casi osservati. Inoltre, molte sostanze di origine lavorativa e/o ambientale (ad es. asbesto, cromo, arsenico, berillio, cloruro di vinile, idrocarburi aromatici policiclici, clorometiletere, radon) sono riconosciuti carcinogeni polmonari i quali possono potenziare il loro effetto oncogeno in presenza di fumo di tabacco. Anche l’inquinamento atmosferico è un possibile fattore di rischio per il tumore del polmone e si ritiene probabile un effetto interattivo e di potenziamento tra i cancerogeni presenti nell’ambiente atmosferico e quelli nel fumo di tabacco.

Il ruolo della predisposizione genetica si è evidenziato negli ultimi anni, anche se nell’eziologia del tumore al polmone rimane preponderante il peso dei fattori ambientali (ad es. fumo di sigaretta).

IL TUMORE POLMONARE: COME SI MANIFESTA?

Spesso, il primo sospetto si basa sul riscontro radiologico occasionale, in corso di accertamenti eseguiti per altri motivi di un nodulo polmonare solitario, in assenza di sintomi. In questi casi, il tumore viene diagnosticato in stadio precoce e il trattamento può essere curativo (Figura 1).

Contrariamente, i sintomi vengono spesso avvertiti in fase tardiva quando la malattia è già avanzata cioè non più passibile di interventi locali curativi (Figura 2).

I sintomi più comuni sono: tosse (persistente che peggiora nel tempo), fatica a respirare (dispnea), sangue nel catarro o con la tosse (emoftoe o emottisi), alterazione del tono della voce (raucedine), dolore al petto (toracoalgia), inappetenza (anoressia), perdita di peso e stanchezza (astenia). Il tumore si diffonde per contiguità alle strutture vicine (pleura, parete toracica, bronchi e trachea, cuore, esofago, diaframma, nervi), ma anche per via linfatica ed ematica dando origine a metastasi a distanza (più frequentemente ossa, encefalo, surreni, fegato) che possono causare sintomi come dolori ossei, cefalea, visione sfocata o doppia (diplopia), nausea, colorito giallo di occhi e cute (ittero) o determinare la comparsa di linfonodi palpabili nelle fossette sopra le clavicole.

Figura 1 – “A sinistra, la radiografia del torace mostra un piccolo nodulo polmonare sfumato (indicato dalla freccia rossa). A destra lo stesso nodulo confermato alla TAC del torace.”

Tumore polmonare Centro San Martino vergiate varese

Figura 2 – A sinistra, la radiografia del torace mostra una massa polmonare ben evidente al di sotto della clavicola. A destra, come si presenta alla TAC del torace

Tumore polmonare 2 Centro San Martino vergiate varese

IL TUMORE POLMONARE: COME SI CURA?

Al fine di ottenere un trattamento personalizzato, è necessario sottoporsi ad alcuni accertamenti mirati a determinare:

1) il tipo istologico del tumore (ad es. adenocarcinoma, carcinoma squamoso, carcinoma a piccole cellule)

2) lo stadio clinico del tumore (precoce o avanzato) e

3) la propria condizione generale di salute con particolare riferimento alla funzionalità cardiaca e respiratoria.

Nello stadio precoce, in assenza di controindicazioni, l’intervento chirurgico rappresenta attualmente il trattamento di prima scelta in grado di ottenere la guarigione completa dalla malattia o di migliorare significativamente la prognosi. L’intervento chirurgico consiste nell’asportazione del lobo (lobectomia) o del segmento (segmentectomia) polmonare contenente il tumore insieme ai linfonodi circostanti (linfoadenectomia) e può essere eseguito con tecnica mini-invasiva in videotoracoscopia.

I trattamenti alternativi, in caso di malattia avanzata/metastatica o in presenza di controindicazioni all’intervento chirurgico (ad es. condizione generale di salute scadente, rifiuto del paziente) includono: terapia oncologica (chemioterapia, terapia biologica-molecolare e immunoterapia), radioterapia, termoablazione e cure palliative.

Le diverse opzioni terapeutiche possono essere intraprese singolarmente o all’interno di schemi di trattamento multimodale che possono includere anche la chirurgia. Oggigiorno è di fondamentale importanza che tutte le fasi decisionali dell’iter diagnostico e terapeutico del tumore polmonare vengano gestite da un gruppo multidisciplinare di specialisti (chirurgo toracico, pneumologo, oncologo, radioterapista, radiologo, patologo, medico di medicina nucleare) con lo scopo di personalizzare al meglio le cure di ogni singolo paziente.

COSA SUCCEDE DOPO L’OPERAZIONE?

In base al risultato dell’esame istologico definitivo che include l’analisi completa (microscopica, immunologica e genetica) del materiale asportato chirurgicamente potrà essere indicato ulteriore trattamento di consolidamento (ad es. terapia oncologica) o, più spesso, semplice monitoraggio clinico e radiologico. In quest’ultimo caso verranno programmate con regolarità delle visite di controllo e degli esami radiologici (ad es. radiografia o TAC del torace).

Lo scopo dei controlli è quello di intercettare precocemente un’eventuale recidiva di malattia oppure un secondo tumore polmonare in modo da intervenire tempestivamente in modo efficace. La frequenza dei controlli sarà maggiore nei primi 2 anni dopo l’intervento chirurgico (poiché in questo periodo è più alto il rischio di recidiva) per poi ridursi gradualmente nel corso degli anni.

È buona norma inoltre seguire alcune regole per ridurre il rischio di complicanze e di insorgenza di un secondo tumore polmonare. A tal proposito verrà incoraggiata l’interruzione del fumo e verranno suggeriti gli strumenti più efficaci per farlo. Allo stesso modo verrà proposta l’adozione di uno stile di vita salutare (ad es. dieta equilibrata e regolare attività̀ fisica). Infine verrà suggerita la vaccinazione anti-influenzale annuale e la vaccinazione anti-pneumococcica come prevenzione del rischio di complicanze.

IL TUMORE POLMONARE: PREVENZIONE E SCREENING

L’abitudine tabagica rappresenta il principale fattore di rischio per lo sviluppo del tumore polmonare e l’astensione completa dal fumo di sigaretta (non fanno eccezione le cosiddette “sigarette leggere”, a basso contenuto nicotinico ed il fumo passivo) rappresenta attualmente la forma più efficace di prevenzione.

Gli enormi sforzi prodotti dalle campagne anti-fumo hanno contribuito a ridurre il numero di fumatori, ma solo parzialmente. A tal proposito, un’indagine demoscopica relativa all’abitudine al fumo degli italiani effettuata per l’anno 2017 su incarico dell’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato che in Italia i fumatori sono il 22,3% della popolazione. A ciò si aggiunge che il tumore polmonare ha la caratteristica di rimanere asintomatico per molto tempo e quando viene fatta la diagnosi, si trova spesso in stadio avanzato e non più passibile di interventi curativi.

Al contrario, una diagnosi più precoce, in una fase in cui la malattia è asintomatica e potenzialmente curabile, potrebbe portare ad una significativa riduzione della mortalità correlata al tumore del polmone. Data l’importanza della diagnosi precoce della malattia, come per altre neoplasie, anche per il tumore del polmone si è pensato quindi a un metodo di screening delle persone a rischio con l’obiettivo di ridurne la mortalità.

Nonostante sia spesso il primo esame a porre il sospetto di tumore polmonare, la radiografia del torace eseguita periodicamente (da sola o in aggiunta all’esame citologico dell’espettorato) non si è dimostrata ugualmente efficace nel ridurre la mortalità correlata al tumore. Sono così iniziati numerosi studi clinici in tutto il mondo che utilizzavano la TAC del torace a bassa dose di radiazioni (in inglese Low Dose Computed Tomography o LDCT).

Negli Stati Uniti è stato finora condotto lo studio clinico di maggior dimensioni con arruolamento di più di 53.000 soggetti fumatori (Vedi: The National Lung Screening Trial Research Team. Reduced Lung-Cancer Mortality with Low-Dose Computed Tomographic Screening. N Engl J Med 2011;365:395–409). I risultati dello studio, durato dal 2002 al 2010 hanno evidenziato una netta riduzione del rischio di morte per tumore del polmone nei partecipanti sottoposti alla TAC rispetto alla radiografia del torace. In aggiunta alla riduzione della mortalità gli studi di screening che utilizzavano la TAC hanno permesso di identificare più tumori in stadio precoce, più adatti quindi alla terapia chirurgica e con migliore sopravvivenza rispetto ai tumori identificati clinicamente senza lo screening. I risultati convincenti di questi studi hanno determinato un netto cambiamento a favore dello screening con LDCT che è ormai diventato parte integrante delle raccomandazioni delle principali linee guida delle organizzazioni scientifiche nord americane. In Europa, lo sviluppo e la diffusione di un programma di screening del tumore polmonare con LDCT è attualmente considerato una priorità e rientra tra gli impegni dell’Organismo per il Controllo del Cancro (CANCON).

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Le informazioni sopra riportate non sostituiscono il parere del Medico.

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